Sergio Cassano, nato a Litta (AL) il 14 luglio 1946 e scomparso a Sestri Levante (GE) l’8 dicembre 2020, padre di due figli, Alessandra e Paolo, ha vissuto a Valenza, dove ha ricoperto anche il ruolo di Sindaco. L’iniziazione al culto delle auto da corsa avviene quando, all’età di 11 anni, il padre lo porta a Monza ad assistere al GP d’Italia.
La conoscenza di alcuni piloti nel ristorante sotto la tribuna centrale, poi le auto che avviavano i motori che pareva rilasciassero salve di cannone e, ancora, i piloti stessi in maglietta e scodelle in testa, hanno lasciato il segno.
Appena patentato, la prima sportiva non poteva che essere un’Alfa Romeo, una Giulia GT rielaborata GTA style, ma subito dopo Fiat Dino 2.0 e ancora una gialla Ferrari Dino 246 GT, con la quale iniziò la lunga epopea ferrarista. Un grave incidente lo ridusse in fin di vita e fu la robustezza della Dino (cinture… queste sconosciute), come riportato dal verbale della Polstrada, a evitare un finale tragico.
Cassano nei primi anni ’70 scrisse a Ferrari e iniziò così un lungo sodalizio. Era già su una 308 GT4 quando fondò, a fine anni ’70, il Ferrari Club Valenza, primo Club in Italia per soli possessori di vetture del Cavallino, che si trasformò nel 1987, nel Ferrari Club Italia, di cui divenne Presidente fondatore.
Si doveva festeggiare il quarantennale del Cavallino e il FCI entrò subito in azione.
Ma altre attività coinvolsero Cassano e soci nei nove anni successivi, come il Challenge, una Squadra Corse per vetture storiche e GT, le grandi kermesse di fine anno al Mugello, una rivista quadrimestrale di tema ferrarista e svariate partecipazioni a pubblicazioni italiane ed estere, annuari Ferrari compresi.